Secondo alcuni la tradizione risale tra la seconda metà del Settecento e la prima dell'Ottocento ma le prime descrizioni sono dell'inizio del novecento.
Nascono per seguire la processione dell'Addolorata, il giovedì Santo, ma vengono spostate successivamente al venerdì santo.
Alcuni legano la tradizione alle origini del cristianesimo, che vuole "accompagnare" il Cristo dcon una fiaccolata per il Getsemani; altri la legano al volere illuminare la strada verso la chiesa dell'addolorata che era fuori del paese.
Il termine "fracchia" è di incerta origine. I più la fanno derivare dal latino facula, e quindi da fiaccola, trasformato poi dagli abruzzesi in farchia e quindi in fracchia dai sanmarchesi.
Ma descriviamole, le fracchie non sono altro che grandi torce di dimensioni diverse (arrivano fino a 7-6 metri di lunghezza ma i più piccoli ne trascinano anche di veramente ridotte) costituite originariamente da un tronco spaccato nella lunghezza e riempito di rami, sterpi, schegge di legno e frasche, fino a costituire un falò di forma conica, che finisce con una sorta di ginocchio sporgente che viene usato a mo di timone. La fracchia così ottenuta viene trasportata su appositi carrelli. Il tutto è tenuto insieme da grandi cerchi di ferro, e viene bagnato da sostanze infiammabili. La fracchia si accende dalla parte più larga e, per evitare che non cada in avanti o scivoli sul carrello, viene appesantita con una zavorra di sacchi di sabbia nella parte posteriore. Sempre nella parte posteriore è completata da un palo con in cima l'immagine della Madonna Addolorata. La fracchia più grande viene detta regina.